Ottobre 14, 2024

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Aprile 26, 2010 | Federica Bozza

Latte di mandorla

Il latte di mandorla è una bevanda tipicamente siciliana, diffusasi anche in Calabria, in Campania e in Puglia.
È realizzata mettendo in infusione in acqua le mandorle finemente tritate e spremendo poi le stesse per farne uscire il succo.
È una bevanda dissetante e viene servita, in estate, molto fredda.
La sua produzione è molto antica e venne sperimentata nei monasteri.
Preparazione:
Il latte di mandorla è un infuso a freddo, per preparalo occorrono 2/3 di mandorle e 1/3 di zucchero. Dopo aver pelato le mandorle, si triturano finemente con lo zucchero e si pone la pasta ottenuta in un canovaccio pulito. Il canovaccio va messo in acqua e tenuto in infusione per circa 6 ore. Il canovaccio va strizzato bene per recuperare tutto il succo.
Prima va versato in una bottiglia, poi va messo in frigorifero.

 

アーモンドミルク

シチリア島発祥の伝統的な飲み物

シチリア島発祥のアーモンドミルクは、カラブリア州、カンパニア州、プーリア州など、イタリア南部で広く飲まれています。細かく砕いたアーモンドを水に浸し、絞って作った植物性のミルクです。

暑い夏には、冷たくして飲むと爽やかで美味しいです。その歴史は古く、修道院で最初に作られたと言われています。

作り方

アーモンドミルクは、冷水で抽出する飲み物です。アーモンド2/3に対して砂糖1/3の割合で作りましょう。アーモンドの皮をむき、砂糖と一緒に細かく砕きます。このペーストを清潔な布袋に入れ、水に浸して約6時間おきます。布袋をよく絞って、中の液体を絞り出します。

絞り出した液体を瓶に移し、冷蔵庫で冷やして完成です。

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Agosto 31, 2009 | Federica Bozza

Grotta azzurra

La Grotta Azzurra è una grotta famosa situata sull’Isola di Capri in Provincia di Napoli.
E’ possibile accedere alla grotta salendo su piccole barche a remi.
Naturalmente, accade spesso che non sia possibile entrarvi a causa delle condizioni atmosferiche o del mare.
L’ingresso della Grotta Azzurra è stretto, lungo e largo circa 2 metri, e parzialmente sommerso dal mare. Per questo motivo, per entrare i turisti devono distendersi sul fondo della barca.
La caratteristica migliore della grotta è che essa, dalla superficie dell’acqua al cunicolo, si tinge interamente di un azzurro splendente per effetto della luce esterna, creando un’atmosfera soprannaturale.
Si dice che gli imperatori romani che trascorrevano le vacanze sull’isola, utilizzassero la grotta come piscina privata.
In ogni caso la grotta divenne conosciuta, quando fu visitata dall’artista tedesco August Kopisch nel 1826.
La Grotta Azzurra è il terzo sito della Campania per visitatori. I luoghi turistici che la precedono sono gli Scavi archeologici di Pompei e la Reggia di Caserta.

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Aprile 12, 2009 | Federica Bozza

Lingua napoletana

Il Napoletano non è un dialetto ma una lingua, perciò l’Unesco lo ha registrato come patrimonio dell’umanità.
Il Napoletano è la seconda lingua parlata più diffusa in Italia dopo la lingua ufficiale, l’italiano. La lingua napoletana è utilizzata oltre che in Campania, in Basilicata, Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise, e anche a sud del Lazio.
II Napoletano era la lingua ufficiale nel Regno delle Due Sicilie (Regno esistito nell’Italia meridionale nel 19° secolo).
Con la fine del Regno delle Due Sicilie nel 1860, l’uso del Napoletano andò declinando.
E’ stato esportato in tutto il mondo grazie soprattutto alla canzone classifica partenopea e per questo motivo i suoi suoni sono riconosciuti in tutto il mondo.
Il napoletano è una lingua neolatina.
Il napoletano nella sua storia ha subito molte influenze linguistiche dai vari popoli che hanno abitato o dominato la Campania e l’Italia centro-meridionale.
Difatti, nella lingua napoletana si trovano tracce di greco, latino, arabo, francese e spagnolo.
Molte parole del napoletano provengono in particolare dallo spagnolo e dal francese.
Inoltre, il napoletano ha assunto alcune parole dalla lingua inglese in quanto durante la seconda guerra mondiale Napoli è stata occupata dalle truppe americane.
Esempi:
La parola Tirabbusciò (in italiano= cavatappi) deriva dal francese Tire-bouchon.
La parola Butteja (in italiano= bottiglia) deriva dal francese Bouteille.
La parola Abbascio (in italiano= giù) deriva dallo spagnolo Abajo.
La parola Papiello (in italiano= documento) deriva dallo spagnolo Papel.
La parola Nippulo (in italiano= capezzolo) deriva dall’inglese Nipple.
La parola Cerasa (in italiano= ciliegia) deriva dal latino Cerasum.
La parola Petrusino (in italiano= prezzemolo) deriva dal greco Petroselion.
La parola Tavuto (in italiano= bara) deriva dall’arabo Al-tawt.

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