Fra gli scrittori del Quattrocento emerge la figura di Luigi Pulci che nacque a Firenze nel 1432. Visse alla corte di Lorenzo il Magnifico, a cui leggeva la sua opera più famosa il “Morgante”. Quest’opera è un poema epico diviso in 28 canti, e il titolo “Morgante” deriva da un gigante che è un personaggio minore della storia.
È un personaggio comico che fa ridere i lettori. L’opera racconta le avventure di Orlando in Oriente, il paladino casto e serio della “Chanson de Roland”. Nell’opera del Pulci Orlando perde la sua rigidità e saggezza abbandonando l’esercito di Carlo Magno. Il contenuto del poema è burlesco e cavalleresco allo stesso tempo. Il gigante Morgante è servo del paladino, ha una figura enorme e risolve ogni problema con la forza. La sua fame è insaziabile: anche un intero elefante non gli basta e usa gli alberi come stuzzicadenti. Alla fine muore per il morso di un piccolo granchio al tallone e va in Paradiso. Il tono dell’opera è soprattutto comico: il Pulci sembra fare la parodia del genere cavalleresco, ma quando parla della morte d’Orlando, l’autore diventa serio e lirico nelle descrizioni. Orlando sarà protagonista anche dell’opera del Boiardo chiamata l’“Orlando innamorato”che fu scritta nello stesso anno del “Morgante” nel 1482.
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